Esiste una forma di violenza sulla donna subdola e altrettanto pericolosa di quella tangibile che miete vittime quotidianamente: è la violenza invisibile del pensiero che sta dietro certi discorsi, atteggiamenti e comportamenti usuali e diffusi.
Sono semplici ma dense le parole che descrivono il saggio a cura di Irene Calesini “La negazione della donna – le radici culturali della violenza di genere”, edito da Aracne e finalmente uscito nelle librerie, con un’immagine in copertina che salta subito agli occhi, ermetica nella sua essenzialità, con una linea scende e si piega spigolosa, per poi rigirarsi su se stessa con un’ampia curva che disegna un ricciolo che sembra una capriola. A sinistra dell’indecifrabile segno, una linea di colore blu che pare tratteggiata con un pastello, e, sulla destra, un piccolo triangolo rosso. “La resistenza della donna” è il nome che l’autore Maurizio Fioretti ha attribuito al disegno, in omaggio a questo piccolo ma importante volume, che proprio nell’era del post-Covid vale la pena di leggere, se non altro per aiutarci a tracciare il percorso verso quel nuovo paradigma cui tutti sembrano anelare ma del quale ancora si fatica a trovare la formula esatta.
Dopo un’attenta lettura del volume, realizzato a più voci e con un’interessante introduzione del professor Giorgio Galli, un incontro con l’autrice diviene una tappa imprescindibile…..